TERAMO – «Quando abbiamo sottoscritto il prodotto eravamo io, mio marito e la direttrice: mi fidavo della banca, mi hanno detto che era un investimento sicuro e mi sono fidata». E’ stata la volta dei clienti, stamattina, a portare la propria testimonianza nel corso del processo sulla presunta truffa con le azioni Tercas, che si sta celebrando dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Teramo, Flavio Conciatori. La cliente, come tanti altri che hanno risposto alle domande dl pubblico ministero Enrica Medori, all’epoca acquistarono azioni proprie dell’Istituto di credito e oggi hanno confermato come al momento della sottoscrizione del prodotto fossero convinti di investire su un pronto contro termine. La stessa, rispondendo ad una domanda sul cosiddetto questionario Mifid – che viene fatto compilare con l’intento di rendere consapevoli gli investitori e fornire informazioni chiare e trasparenti – ha dichiarato che nessuno le avrebbe fatto domande sulla sua propensione al rischio: «Nessuno mi ha fatto delle domande – ha detto la cliente -, non sarei stata in grado di capirle. Io in banca accreditavo lo stipendio, ma non ci andavo mai». Dopo l’audizione dei testi il processo è stato rinviato al prossimo 15 gennaio.
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